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DSA quando la diagnosi prevale e pervade la persona

  • Nicola Brunello
  • 9 dic 2017
  • Tempo di lettura: 1 min

Chiunque lavori con l'età evolutiva in ambito di difficoltà o patologia, assiste a un fenomeno tanto tacito quanto dannoso.

Le etichette diagnostiche hanno il potere di definire l'identità della persona a tal punto da modificarne i modi di fare esperienza, le tonalità emotive e le competenze cognitive.

Riguardo le competenze di apprendimento, non è un caso osservare in bambini con difficoltà conclamate (ad esempio di lettura), mostrare più difficoltà di quelle che il loro problema esprime. La disposizione emotiva con cui un bambino/a, ma anche un adulto, affronta un compito cognitivo come la lettura, cambia e non poco il risultato di come legge, poiché, già in partenza ancor prima di iniziare a leggere, ci si sente dislessici.....non poche volte mi è capitato di sentire la frase "no io non leggo perché sono dislessico". Questa è una frase che esprime bene come l'etichetta diagnostica va a costituire parte della propria identità e di conseguenza a modulare l'impegno, la motivazione, l'entusiasmo della persona, cioè aspetti emotivi che hanno profonda incidenza sulle proprie capacità.

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